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Carceri: SDR “Suicidio a Cagliari-Uta ennesimo documento di disperazione”

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È inutile girarci intorno: le carceri sono prevalentemente il luogo della pena di persone senza speranza. Le tragedie documentano lo stato di disperazione di vite devastate dal disagio e dalla fragilità “. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV ” avendo appreso del suicidio nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta di F.A., 54 anni, originario di San Gavino Monreale, trovato impiccato ieri notte nel bagno della sua cella.
Nell’esprimere le condoglianze ai familiari e in particolare alla figlia, SDR non può tralasciare di considerare che un atto di autolesionismo estremo in una cella rappresenta una sconfitta per le Istituzioni e genera dolore e sgomento in tutte le persone che operano nel carcere“.
Parlare delle condizioni della detenzione oggi in Italia e in Sardegna significa – sottolinea Caligaris- farsi portavoce di bisogni primari, secondo il dettato costituzionale. Il principale dovere delle Istituzioni è quello di leggere e interpretare la realtà e offrire alternative adeguate a chi per motivi diversi non è rimasto nel solco della legalità. I bisogni umani, culturali e sociali di chi sbaglia devono essere accompagnati da progetti di crescita e integrazione. Nelle carceri sarde mancano gli Agenti e i Direttori sono tutti a scavalco. Questo significa non riconoscere il peso della perdita della libertà. Spesso in carcere un disagio dissimulato o poco avvertito sconfina nella tragedia ma è certo che la povertà socioculturale e le scarse o nulle prospettive hanno un ruolo determinante nelle pur insondabili scelte di una persona. Ne siano consapevoli soprattutto – conclude l’esponente di SDR – i convinti carcerocentrici. Non si può più continuare a stare alla finestra “.

Fonte: comunicato stampa

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