La battaglia portata avanti dal comitato Porto Solky comincia ad avere i suoi frutti. Dopo la delibera del comune di Sant’Antioco in cui si dava il diniego alla costruzione del nuovo ponte, anche tutti i sindaci del Sulcis sposano le osservazioni del comune lagunare e ribadiscono la contrarietà all’avvio del progetto. “Finalmente – scrivono i promotori del Comitato – uno degli obiettivi primari del Piano Sulcis, ovvero lo sviluppo della nautica d’eccellenza, potrà concretizzarsi con la valorizzazione del golfo di Palmas tramite la riqualificazione del Porto di Sant’Antioco e il miglioramento dell’intera viabilità del Sulcis. Tutto ciò potrà avvenire grazie alla rimodulazione dei 57,5 milioni di euro oggi destinati al Nuovo Ponte di Sant’Antioco. Il recupero di questa ingente somma e il conseguente investimento nel territorio in opere realmente funzionali allo sviluppo socio economico della provincia più povera d’Italia, renderà giustizia a chi, nel lontano 2012, aveva combattuto aspramente per vedere finanziato il Piano Sulcis.”
Un grande lavoro di ricerca e studio portato avanti da Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, promotori del Comitato Porto solky, che ha consentito l’arresto del progetto e ora il Provveditorato interregionale per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrà rigettare l’istanza dell’Anas relativa a tale opera. I Sindaci hanno quindi già formalmente condiviso le Osservazioni del Comune di Sant’Antioco e di quelle elaborate dal Comitato stesso e sottoscritte dalle associazioni ambientaliste Grig (Gruppo di Intervento Giuridico), WWF Sardegna e Italia Nostra Sardegna, senza la quale il ponte si sarebbe realizzato.
“Tutti quanti – scrivono i promotori – siamo fiduciosi che l’Anas prenda atto della volontà del territorio e che si renda disponibile nel contribuire alla realizzazione di interventi mirati alla messa in sicurezza della rete viaria del Sulcis, così come previsto nel piano strategico provinciale della viabilità, iniziando dalla circonvallazione per Calasetta, così come proposto all’unanimità dai comuni di Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, Carbonia, Domusnovas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Giba, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Nuxis, Narcao, Santadi, Sant’Anna Arresi e Piscinas. La vicenda del Nuovo Ponte di Sant’Antioco resterà nella storia.”
LA STORIA
La vicenda nacque nel 2008 quando a seguito di semplici verifiche visive l’attuale ponte viene considerato pericolante e proposto un intervento per la messa in sicurezza dal costo di 12 milioni di euro. Il Comune fa installare nella struttura dei sensori e piccoli semafori che iniziano a terrorizzare la popolazione.
Nel 2012 senza che venga coinvolta la cittadinanza, si iniziava a progettare un nuovo collegamento terrestre tra l’istmo e l’isola madre. Sin da subito si escludeva la soluzione tunnel a favore di un nuovo ponte dal costo iniziale di “soli” 19 milioni di euro (a fronte dei 12 necessari per la manutenzione di quello “pericolante”).
Sarà nel 2015 che il progetto del Nuovo Ponte di Sant’Antioco viene alla luce assumendo dimensioni di un mastodontico viadotto composto da 25 piloni, lungo 2 km e alto 18 metri. Il costo per la sua realizzazione nel frattempo viene triplicato è raggiunge la pazzesca cifra di 57,5 M€. Per coprire tali costì vengono sottratti i finanziamenti inizialmente previsti dal Piano Sulcis per la viabilità primaria del territorio.
L’anno successivo, nel 2016, la popolazione di Sant’Antioco cerca di convincere la politica ad un cambio di rotta per far realizzare un tunnel al posto del nuovo ponte. Ma nonostante tutto nell’aprile 2016, l’allora Consiglio Comunale di Sant’Antioco, deliberava per la realizzazione del Nuovo Ponte dando il via libera all’Anas per la messa a bando.
A maggio 2017 per opporsi alla realizzazione dell’opera si costituisce il Comitato cittadino Porto Solky, che propone una rimodulazione dei finanziamenti a favore della riqualificazione del porto di Sant’Antioco e della messa in sicurezza dell’intera viabilità, quale vero volano di sviluppo socio economico per l’intero territorio. Ad ottobre dello stesso anno viene presentata anche un’interrogazione parlamentare, tutt’ora in corso.
Nel triennio 2017-2020 il comitato con determinazione e caparbietà ha ricercato gli atti, gli indirizzi e gli studi, evidenziandone le criticità e le contraddizioni e divulgandole alla popolazione e alla politica raggiungendo gli obiettivi che ci si erano prefissati.
“Un esempio di partecipazione informata – concludono i promotori – che auspichiamo diventi una regola per la pianificazione e per la realizzazione delle opere infrastrutturali che il territorio rivendica. Il tutto per evitare di perdere tempo e denaro con scelte calate dall’alto e che, come in questo caso, non tengono conto delle reali esigenze e aspettative delle popolazioni interessate.”
Comment here