Il 31 maggio si celebra il No Tabacco Day, giornata Internazionale istituita dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) per sensibilizzare sugli effetti nocivi dell’uso del tabacco nonché dell’esposizione al fumo passivo e per scoraggiare il consumo di tabacco in qualsiasi forma. Come dichiarato dall’Oms, “Il consumo di tabacco rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e la principale causa di morte evitabile”. Il fumo non risparmia nessun apparato del corpo umano, le principali patologie fumo correlate sono le neoplasie (in modo particolare quelle polmonari), le malattie respiratorie non neoplastiche (in primis la broncopneumopatia cronica ostruttiva) e le malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus etc.).
Per cause da fumo muoiono ogni anno nel mondo circa 8 milioni di persone, in Italia 90 mila e in Abruzzo 3 mila; tra queste, tante sono vittime da esposizione a fumo passivo, dannoso quanto quello attivo. Anche grazie alla Legge Sirchia, la prevalenza dei fumatori in Italia è significativamente diminuita nel corso degli anni. Poi, a partire dal 2010 si è avuto un periodo di quasi stagnazione fino a quando in corso di pandemia di Covid-19 si è assistito a un significativo incremento delle abitudini degli italiani rispetto al fumo: secondo i dati dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), in Italia la prevalenza dei fumatori è cresciuta dal 22.0% nel 2019 al 24.2% nel 2022, con un incremento del loro numero totale superiore a 800mila.
A tutto ciò hanno notevolmente contribuito i nuovi prodotti da fumo (sigaretta elettronica e sigaretta a tabacco riscaldato) che stanno invadendo il mercato. Sempre secondo i dati dell’ISS, il loro consumo nello stesso periodo è balzato dall’1.7% al 2.4% per la sigaretta elettronica e dall’1.1% al 3.3% per quella a tabacco riscaldato. In totale i fumatori di tali prodotti hanno raggiunto quota 3 milioni e spesso trattasi di fumatori “duali”, ovvero fumatori che, oltre a questi prodotti, continuano a fumare o riprendono a fumare le sigarette tradizionali, aggiungendo in questo modo “danno al danno”.
L’Istituto Superiore di Sanità ha inoltre evidenziato che i fumatori hanno una maggiore probabilità di contrarre l’infezione da Covid-19 derivante dall’atto stesso del fumo: le dita ed eventualmente le sigarette contaminate, arrivano a contatto con le labbra e questo aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca. Inoltre, l’atto dell’inalazione “spinge” il virus fino alle vie aeree più distali. Pertanto, smettere di fumare è sempre importante, ma lo è ancor di più in questi tempi. L’Oms evidenzia l’importanza per gli operatori socio-sanitari di occuparsi del disturbo da uso di tabacco, con azioni di prevenzione, cura, controllo del fumo passivo, comunicazione, formazione, ricerca e valutazione.
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