Ormai siamo in piena fase 2 e le riaperture delle attività stanno partendo, ma accontentare tutti sembra difficile se non impossibile. La CONFESERCENTI ritiene sia penalizzante dover sanificare l’abbigliamento nei negozi, senza prova scientifica, e prevede la chiusura, in Sardegna, di circa 600 negozi. “Non vi è alcuna prova scientifica a sostegno di questa imposizione, e infatti non ci sono disposizioni da parte del Governo in merito – afferma Gian Battista Piana, direttore Confesercenti Sardegna – questo ulteriore obbligo, arbitrariamente deciso dalla Regione Sardegna, non solo rischia di incidere sui costi di gestione, già abbastanza onerosi per consumatori e imprese, ma anche di rovinare i capi, che risulterebbero invendibili”.
La sanificazione, spesso fatta con vapori caldi, trasformerebbe un capo nuovo in usato e tutto ciò senza alcuna prova scientifica sulla necessità di questa azione. Tra l’altro, come specifica la CONFESERCENTI, non esiste uno studio scientifico che stabilisca la trasmissibilità del virus attraverso gli indumenti. Ad essere esclusi da questo obbligo il commercio online dove moltissimi siti offrono ormai la possibilità di provare l’abito e, in caso, rispedirlo al mittente, e tutti siano obbligati a recepire le restituzioni di materiale come previsto dal diritto di recesso.
“Un così stringente protocollo penalizzerà quindi solo in negozi fisici, che oltre ad aver perso il fatturato di questi mesi a causa del lockdown, si arriverà a perdere fino al 25% del fatturato in un anno – aggiunge Piana – ciò costringerà molte attività ad abbassare le saracinesche per sempre. Chiediamo al presidente Solinas di fare marcia indietro ed eliminare questo ostacolo prima della ripartenza. Servono regole chiare, ma concordate e condivise il tutta la penisola in modo da garantire un riavvio delle attività senza penalizzazioni”.
Il settore è già stato colpito in Italia in modo consistente dal 2011 al 2019 dove c’è stato una vera e propria serrata delle attività nei territori. Secondo le previsioni della CONFESERCENTI in Sardegna, alla fine di quest’anno, quasi sicuramente su 3600 attività saranno costrette a chiudere circa 600, considerato che in Italia si stima la chiusura di almeno 15mila negozi.
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