A Bruna Murgia, insegnante e scrittrice – che riceverà il 2 giugno 2023, presso l’Aula Magna della Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino, l’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica italiana”, conferitale dal Presidente della Repubblica con decreto del 22 dicembre 2022 – chiediamo innanzitutto di precisarci i suoi essenziali dati biografici.
«Sono nata nel 1961 a Sant’Anna Arresi (prov. Sud Sardegna), dall’età di 7 anni ho vissuto con la mia famiglia a Teulada, fino a quando, a 19 anni, mi sono trasferita a Torino dove ho lavorato per oltre 17 anni, presso lo studio legale di un noto penalista. Anche lavorando ho continuato a studiare. Conseguito il diploma quinquennale Magistrale, mi sono iscritta alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Al terzo anno ho dovuto lasciare: la famiglia e il lavoro avevano la priorità. Ma non ho rinunciato agli studi: il mio obiettivo era quello di ampliare le mie conoscenze e formarmi per il futuro che io intravvedevo nell’insegnamento. Ho conseguito la specializzazione biennale per la didattica speciale nel corso inserito presso la Facoltà di Psicologia di Torino e, successivamente, ho conseguito l’idoneità all’insegnamento nella scuola primaria presso la Facoltà di Scienze della Formazione Primaria di Torino».
Quando hai potuto cominciare a mettere a frutto dentro la scuola tutte queste specializzazioni acquisite nel campo della didattica?
«Nel 1999 ho cominciato a lavorare per il Comune di Torino come insegnante di sostegno nei diversi gradi di scuola. Nel 2001 sono entrata nella scuola primaria statale come docente di sostegno. Insegnare è un servizio alla persona e io ho scelto di dedicarmi alle persone speciali. La scuola è luogo di incontro e di formazione continua, ma non le basta: appassionata di storia contemporanea, ho cominciato a lavorare con i ragazzi fuori dell’orario di servizio, in modo del tutto gratuito, per sensibilizzare le nuove generazioni alla conoscenza della Shoah».
Nonostante tutto questo impegnativo servizio in ambito scolastico non hai smesso di dedicarti ad altri corsi di studi.
«Sì, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino ho conseguito la laurea triennale con la tesi su “Il monotelismo nel dramma del VII secolo” e, successivamente il baccalaureato in Sacra Teologia cum laude, presso la Facoltà di Teologia sezione di Torino con la tesi “Simbolo, simboli e ritualità. L’uso dei simboli e possibili comprensioni nel contesto sociale contemporaneo”. Nel contempo, nella stessa Facoltà, tra i due percorsi universitari, ho conseguito il master in Comunicazione Sociale con l’elaborato finale “Conoscere la nuova legge sul cyber-bullismo, la responsabilità dei comunicatori”.
Continuando a lavorare ininterrottamente nella scuola, nella medesima Facoltà ho studiato il greco e l’ebraico per acquisirne una competenza elementare che mi ha consentito di leggere e tradurre brevi testi della Sacra Scrittura.
Inoltre, convinta che una Terra può essere amata nella misura in cui la si conosce, e che, per conoscere quella Terra, bisogna apprenderne la lingua, usi e costumi (mores), ho cominciato a insegnare italiano agli stranieri e, nel contempo, fuori orario di servizio, lo insegno gratuitamente nel tempo che mi rimane».
Sappiamo che hai trovato anche il tempo e il modo di scrivere alcuni libri. Ci puoi ricordare i titoli e gli argomenti che hai trattato?
«Ho scritto diversi libri a sfondo storico e sociale: “Ombre di pietra”, sui cambiamenti sociali agli occhi di un’adolescente, che osserva l’evoluzione del contesto quotidiano in cui vive, la malattia, la forza dell’amore, i segni che la droga lascia sul corpo dei giovani; “I fiori della libertà”, la voce di un uomo e della sua famiglia trova rifugio in Svizzera e sfugge alle persecuzioni razziali, la fanciullezza rubata e la gratitudine di essere salvo lo accompagnerà per tutta la vita; “Mille lire”, che riporta all’attenzione dei lettori l’esproprio dei terreni in cui sorge il Campo di addestramento militare di Teulada, l’inganno di una riforma agraria promessa e disattesa, voci nel vento di quella Terra; “Nascondigli”, talvolta sono luoghi fisici, altre volti sono quelli dell’anima in cui i protagonisti cercano e trovano ristoro dagli affanni del vivere; “Soli accompagnati”, la risposta che i protagonisti danno ai cambiamenti che il tempo definisce nel corpo e nella mente di ognuno di noi, una visione sulla disabilità; una raccolta di poesie “Gocce”.
Ho partecipato a diversi premi letterari a sfondo benefico con ricaduta sulle persone e situazioni speciali. Con la poesia “Lugore” ho vinto la Coppa “Giuseppe Sechi – Il Messaggero Sardo” – 52a edizione del Premio Ozieri».
Sappiamo che hai collaborato con i Circoli della F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) in iniziative tese a divulgazione la cultura italiana e sarda. Quale è il tuo giudizio su queste esperienze?
«Presso i Circoli F.A.S.I., ho presentato libri e discusso di varie tematiche socio-culturali a fianco di persone da cui ho tratto arricchimento, stimoli e conoscenze.
In questa occasione desidero ricordare l’attenzione dimostratami da Massimiliano Perlato, giornalista e scrittore, coordinatore del Blog/Giornale “Tottus In Pari”; l’affetto di tutti gli amici e le amiche del Circolo “Gennargentu” di Nichelino; del Circolo “Quattro Mori” di Rivoli; del Circolo “Sa Rundine” di Bollengo; del Circolo “Domo Nostra” di Cesano Boscone. Ricordo anche altri amici: Paolo Pulina, storico, letterato, poeta, autore di libri e giornalista, che si occupa instancabilmente e con sapienza della divulgazione della cultura italiana e sarda; Luisa dell’Associazione “Nosu impari”, instancabile, appassionata di teatro e di musica, di balli e di antichi mestieri; Claudio Moica, poeta, scrittore e giornalista; Elisabetta e Guido che, nel mese di agosto del 2011, hanno realizzato una serata a tema per il Comune di Sant’Anna Arresi, in località Porto Pino (in una cornice magica, tra is furriadroxus antigus, ho reso omaggio ai luoghi natii dei miei cari e alla mia gente e ho presentato il mio libro “Mille lire”».
In questi giorni che precedono il 2 giugno, data speciale in cui riceverai l’onorificenza di “Cavaliere al merito della Repubblica italiana” che testimonia l’apprezzamento ufficiale, da parte della massima Istituzione nazionale, dei tuoi impegni sociali e culturali, quali sentimenti agitano il tuo animo?
«Nelle risposte che ho dato si incontrano e si confrontano tanti ricordi ed emozioni, che hanno segnato profondamente la mia vita nella ricerca del senso. L’insieme degli avvenimenti, di cui sono stata protagonista, mi consente di affermare che: io so chi sono perché so da dove vengo e per questo so dove sto andando. Non mi è possibile spiegare meglio ciò che ho provato e che provo (ancora incredula), rispetto al riconoscimento che mi verrà attribuito.
Mi rassicuro rivolgendo un pensiero speciale a mia madre faro della mia esistenza, a mio marito e alla mia famiglia».
Di Massimiliano Perlato
Comment here