Politica

In Lombardia alta tensione tra Bertolaso e Fratelli d’Italia sulle nomine per la sanità

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MILANO – “Nessuna valutazione negativa è stata espressa nei confronti del direttore generale Mario Alparone, che ha rassegnato le dimissioni per passare ad incarico ancor più delicato e prestigioso in un’altra regione”. Lo comunica l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, che nel pieno della polemica sull'”anarchia” delle direzioni sanitarie prova a spegnere il potenziale incendio con Fdi sul cambio all’Asst del Garda dove sedeva Mario Alparone, fratello del vicepresidente di Regione Marco Alparone. “Se un addebito debbo formulare al nostro ex direttore- dice il responsabile della Sanità lombarda- è il rammarico che abbia lasciato troppo presto quella attività costringendoci a rivedere una programmazione complessiva sui vertici delle strutture sanitarie che ben volentieri avremmo preferito affrontare alla fine dell’anno”.

Nel braccio di ferro tra l’assessore al Welfare, fortissimamente voluto da Attilio Fontana, si inserisce felpato l’assessore alla sicurezza di Fdi, Romano La Russa, che apprezza la costituzione, da parte di Bertolaso, di una commissione di esperti che selezioni i futuri direttori generali di Ats e Asst in Lombardia. “Doveroso lasciare la politica fuori dalla selezione dei futuri direttori generali sanitari. Affidiamo la valutazione a professionisti esperti e competenti che verifichino i vari ‘curricula’ dei tanti candidati idonei che fanno parte dell’elenco regionale”.

Un’apertura non gratuita però quella di La Russa, che nella partita a poker sceglie di vedere le carte dell’assessore: la commissione riferirà al governo regionale e al presidente che “collegialmente” sceglierà i vari nominativi. Se ci sono state scelte non all’altezza, come sostiene Bertolaso, non dovranno più avvenire e andrà posta la massima attenzione anche all’individuazione di alcune figure dirigenziali all’interno della struttura dello stesso assessorato al Welfare. La responsabilità della gestione delle varie aziende ospedaliere è, naturalmente, soprattutto politica, ma l’operato dovrà essere guidato ed indirizzato dai responsabili tecnici nominati all’uopo”.

Insomma, rapporti tutt’altro che sereni tra Fdi e Bertolaso. Ne approfitta Pierfrancesco Majorino. “Nella sanità lombarda siamo oltre l’anarchia, siamo al tutti contro tutti. L’unica cosa certa sono le liste d’attesa, che non cambiano mai”, affonda il capogruppo dem. “Tutto si può dire di Bertolaso tranne che non sia stato chiaro ed esplicito su alcuni problemi della sanità lombarda, con critiche sferzanti che mai avevamo sentito dai banchi della giunta di centrodestra. In questa lotta per il potere e per le poltrone scoppiata in Regione, l’assessore sembra avere dichiarato guerra un po’ a tutti: noi vorremmo che la dichiarasse alle infinite attese dei cittadini per ottenere una visita o un esame e alla mancanza di medici di base e di medicina territoriale, cioè ai problemi veri delle lombarde e dei lombardi”, conclude Majorino.

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