“Oggi celebriamo il settantacinquesimo anniversario della Liberazione, data fondatrice della nostra esperienza democratica di cui la Repubblica è presidio con la sua Costituzione.
La pandemia del virus che ha colpito i popoli del mondo ci costringe a celebrare questa giornata nelle nostre case.”
IL discorso del Presidente della Repubblica Mattarella, ricorda e infonda orgoglio Nazionale. Anche in questo periodo di reclusione forzata, non dobbiamo dimenticare la sofferenza affrontata e le battaglia di chi ha combattuto per renderci LIBERI.
La storia
Ogni anno in Italia il 25 aprile è il giorno in cui si celebra la Festa della Liberazione, avvenuta nel 1945. Ovviamente l’occupazione tedesca e fascista non terminò quel giorno.
Comunque si considera il 25 aprile come data simbolo, perché quel giorno del 1945 coincise con l’inizio della ritirata da parte dei soldati tedeschi dalle città di Torino e di Milano, dopo che la popolazione si era ribellata e i partigiani avevano organizzato un piano coordinato per riprendere le città.
Il 22 aprile del 1946, il governo italiano provvisorio guidato da Alcide De Gasperi stabilì con un decreto che il 25 aprile dovesse essere “Festa Nazionale”.
La data fu fissata in modo definitivo con la legge n. 269 del maggio 1949, presentata da De Gasperi in Senato nel settembre 1948.
La Libertà
«Nella primavera del 1945 l’Europa vide la sconfitta del nazifascismo e dei suoi seguaci.
L’idea di potenza, di superiorità di razza, di sopraffazione di un popolo contro l’altro, all’origine della seconda guerra mondiale, lasciò il posto a quella di cooperazione nella libertà e nella pace e, in coerenza con quella scelta, pochi anni dopo è nata la Comunità Europea.” Continua il suo discorso Mattarella.
In questo periodo difficile, fatto di limitazioni, possiamo percepire leggermente il disagio che avevano i nostri connazionali nel periodo della guerra. Ma dobbiamo considerare la fortuna che noi abbiamo. La libertà di parola, di pensiero, di esprimere le proprie idee senza la paura di essere fucilati è un diritto acquisito con il sangue e la vita. Non dobbiamo mai dimenticarci di questo e di essere grati a tutte le vittime che ci hanno regalato la Libertà.
Per questo motivo dovremmo essere più tolleranti e comprensivi verso chi fugge dalle guerre.
“Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore.” -Dice Mattarella– “Nasceva allora una nuova Italia e il nostro popolo, a partire da una condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro.”
L’augurio
“Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore.
Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando.
Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!” conclude così il Presidente della Repubblica il suo discorso in occasione della Festa della Liberazione.
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