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2001-2021: cambiano i candidati ma non le polemiche post elettorali in USA

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Corsi e ricorsi sotrici. Il 6 Gennaio del 2001 il democratico Al Gore, ex vice di Bill Clinton riconosceva, grazie ai 537 voti in più ottenuti in Florida, George W. Bush jr. come 43 presidente degli Stati Uniti. Sembrava ieri e invece..è ancora ieri. 

Quella del novembre 2000 fu l’elezione tra le più confuse ed incerte della storia del paese “stelle e strisce”, così come quella appena conclusa due mesi fa che, per molti versi, ha tenuto col fiato sospeso una nazione e non solo. In entrambe le tornate elettorali la confusione è stata l’elemento che più di tutti ha pervaso menti e cuori, infatti le due elezioni si sono combattute a suon di comunicati, riconteggio dei voti in alcuni stati e annunci di brogli elettorali. 

Ciò che invece resta di diverso, nella sostanza, è l’atteggiamento del perdente: mentre per Al Gore, il quale non trovò sostegno in tutto il Partito Democratico, fu quello di non proseguire la lotta legale, quella a cui abbiamo assisito in questi mesi è stata la parabola discendente (per il momento) del presidente uscente Trump, certamente mai domo, di sicuro mai amato, al momento incapace di cedere il passo alle certezze fin qui evidenziate. 

Allora ci furono alcune questioni mai del tutto risolte, come le migliaia di persone, in buona parte neri-americani di tendenza democratica, i quali non poterono votare perché iscritti erroneamente nelle liste delle persone che avevano perso il diritto al voto. Il governatore della Florida, Jeb Bush, fratello del presidente e il segretario di Stato della Florida, Katherine Harris (che nel 2000 è anche il capo della campagna elettorale di George W. Bush in Florida) fecero di tutto per impedire il riconteggio. 

Ad oggi, per esempio, sulla sponda Repubblicana sottolineano il caso Pennsylvania, dove sono state stampate e spedite schede elettorali per un numero doppio rispetto a quello degli elettori registrati e nessuno sa dire che uso ne sia stato fatto, chi le abbia utilizzate e a favore di chi. 

Ecco che, per un paese sempre in prima linea nel voler “esportare democrazia” a tutti i costi, sostenendo di essere il più moderno stato per svariati motivi (alcuni opinabili altri condivisibili), oggi 6 Gennaio 2021, a distanza di vent’anni vorremmo veramente che questa sia un’Epifania, cioè una manifestazione reale, l’apparizione di un barlume di effettiva democrazia non solo made in USA.

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